
🤔 Che Lavoro Vuoi Fare Davvero?
Il presente momento storico è oggettivamente il migliore di sempre, sebbene percepito soggettivamente come il peggiore. Questa contraddizione emerge nel contesto di una rivoluzione tecnologica che offre infinite opportunità , spesso viste con un filtro negativo, complici vari bias. È cruciale distinguere opinioni da fatti: vivere oggi è, oggettivamente, meglio del passato, ad esempio del 1800, privo di elettricità e con aspettative di vita molto più basse. Ciò non esclude l’esistenza di problemi e tensioni attuali.
Uno dei temi centrali è il lavoro. Storicamente, la società non era strutturata per aiutare l’individuo a trovare un lavoro appagante, ma piuttosto mansioni utili alla collettività (come costruire ponti), e gli incentivi e le opportunità erano allineati a queste necessità . Il problema è che questo modello nasceva in un’altra epoca; oggi viviamo una rivoluzione tecnologica con ritmi incredibili, dove la robotica avanza rapidamente. Sappiamo con certezza che molti lavori saranno automatizzati, ed è solo questione di tempo. Le attività più ripetitive e faticose, verso cui la società indirizzava le persone, saranno le prime a essere automatizzate, il che è auspicabile poiché le macchine possono svolgerle meglio.
In questo scenario, fermarsi a riflettere su “quale lavoro vuoi fare davvero” è fondamentale. Questo momento storico offre opportunità pressoché infinite per inventarsi un lavoro adatto a sé. A differenza del passato (ad esempio negli anni ’70) dove le opzioni erano limitate da geografia e mancanza di strumenti digitali, oggi la possibilità di promuoversi online e sfruttare la tecnologia permette di creare il proprio percorso. È difficile pensarci quando si è pressati dalle necessità economiche, ma è un passaggio cruciale.
L’automazione crescente riduce la validità della vecchia obiezione su chi farà i lavori essenziali per la collettività . I lavori standard sono quelli più a rischio di automazione. La sfida è per chi è stato indirizzato verso queste carriere. Nonostante ciò, non tutti diventeranno content creator o imprenditori; le persone hanno passioni diverse. La chiave è essere “intraprendenti”: riflettere, conoscersi e creare le proprie opzioni. Inventarsi un lavoro non è egoismo; una società di persone appagate porta un vantaggio collettivo enorme. Il vecchio modello, sebbene necessario in passato, oggi non è ottimale. Le opportunità attuali, pur con limiti (come l’accesso a internet), sono comunque molto superiori a quelle di 50 anni fa; la “mappa” delle possibilità è cambiata radicalmente.
L’impatto dell’AI si estende a molti settori. Mark Zuckerberg prevede che l’AI di Meta rivoluzionerà la pubblicità : le aziende potranno indicare solo obiettivo e budget, lasciando all’AI il compito di trovare il target e creare contenuti, diventando la “macchina definitiva per il business”. Anche le piccole imprese potranno delegare la creatività promozionale all’AI in futuro.
Elon Musk, nella robotica, prevede che tutti vorranno un robot umanoide, con una conseguente esplosione di produttività e ricchezza. Ipotizza un “reddito di cittadinanza ad alto livello” che garantisca non solo la sopravvivenza, ma l’esistenza e la realizzazione personale. Sebbene ci siano rischi, la visione è un futuro di prosperità simile a “Star Trek”. È importante ricordare che gli esseri umani desiderano agire e avere un significato, non solo essere passivi assistiti dai robot.
AI e robotica continuano a evolversi rapidamente. Si prevede che l’AI sarà capace di ricerca autonoma già dal prossimo anno e si integrerà potentemente nella robotica intorno al 2027. Google sta sviluppando agenti AI come “collaboratori” per varie mansioni. Anche altre innovazioni come gli occhiali a realtà aumentata riemergono.
Questi cambiamenti rimescolano lo scenario economico e lavorativo. Offrono un vantaggio competitivo a chi li adotta per primo. Gli strumenti AI permettono a piccoli team di fare cose prima impossibili per mancanza di risorse o competenze, come creare presentazioni complesse in pochi secondi, un lavoro che prima richiedeva mesi. Non tutti saranno imprenditori nel senso classico, ma molti potranno essere più intraprendenti, liberati da compiti ripetitivi e con la possibilità di esplorare nuove strade. L’esperienza umana diretta, come un tour teatrale, rimane insostituibile dall’AI. La rivoluzione in corso sta creando un “nuovo pianeta” di possibilità , richiedendo strumenti specifici per ogni settore e, forse, una maggiore trasparenza sull’uso di AI o avatar in futuro.